I migliori test diagnostici per le allergie
-868x497.png)
La presenza delle malattie allergiche nei paesi industrializzati è andata aumentando negli ultimi vent’anni. In italia, dal 1950 ad oggi, si è passati da un 10% della popolazione colpita in generale da una manifestazione allergica, a un allarmante 30%, che include anche bambini e adolescenti in età scolare.
L’allergia è una patologia del sistema immunitario caratterizzata da reazioni eccessive provocate da particolari anticorpi nei confronti di sostanze abitualmente innocue. Questo ci fa capire che individuare l’allergene responsabile non è affatto semplice visto che quotidianamente veniamo a contatto con un’infinità di sostanze potenzialmente irritanti.
Ma quali sono i migliori test diagnostici per le allergie?
Solitamente i test allergici vengono eseguiti su soggetti che denunciano rossori oppure gonfiori in diverse zone del corpo.
Alcuni vengono eseguiti per valutare l’intensità dei fenomeni allergici periodici ad elementi come i pollini o l’erba. Altri test allergici si eseguono per valutare la presenza a materiali come il nichel, che in molte persone producono una evidente reazione sulla pelle. Questi test allergici utilizzati sono il Prick Test ed il Patch Test.
Entrambe queste tipologie di esame sono affidabili. Si tratta, inoltre, degli unici test la cui efficacia è scientificamente provata.
Per valutare l’incisività allergica di sostanze alimentari o elementi allergici che agiscono sulle vie respiratorie, il sistema diagnostico più utile è quello del Prick Test, che si sviluppa attraverso l’utilizzo delle sostanze potenzialmente causa di reazioni allergiche, che vengono posizionate in diverse zone dell’avambraccio.
L’azione delle sostanze è poi stimolata da una puntura superficiale nelle zone coperte dalle sostanze. In breve tempo, attraverso l’utilizzo di carta assorbente, queste sostanze vengono asciugate e, in circa mezz’ora, vanno ad evidenziarsi i risultati del test allergico in base allo sviluppo, o meno, di pomfi di differenti dimensioni. La dimensione e la condizione di arrossamento dei pomfi sviluppati guideranno i risultati dei test allergici.
A differenza del Prick Test, nell’ambito dei test allergici, il Patch Test, invece, si utilizza quando c’è bisogno di valutare la presenza di allergie a materiali come il nichel. In questo senso è utile la praticità del Patch Test perché permette di identificare con precisione questi materiali.
La natura del Patch Test, è studiata appositamente per avere una risposta esauriente di quello che si cerca di indagare. Tale test si applica attraverso l’utilizzo di una striscia adesiva, trattata con l’utilizzo di sostanze come nichel, appunto, cromo, oppure vari coloranti e conservanti, ma anche sostanze contenute nei profumi, che viene applicata su una zona del corpo e tenuta per circa 48/72 ore.
La presenza di arrossamento più o meno evidente alla fine del periodo di test darà una risposta sulle condizioni di risposta allergica alla sostanza.
Esistono anche altre possibilità per verificare l'esistenza di un'allergia, diverse dai test cutanei e dal dosaggio delle immunoglobuline, ma, sebbene abbiano ricevuto l'autorizzazione alla messa in commercio, la loro efficacia non è mai stata dimostrata scientificamente.
Tra i più diffusi ci sono il leuco test, il test di Bryan (detto anche citotossico), l'elettroagopuntura, il biostrength test, il test Dria, il Vega test, l'analisi del capello, l'Alcatest, i test kinesiologici, il pulse test e i test iridologici.
Molte di queste soluzioni sono utilizzate per diagnosticare le intolleranze alimentari.